Non credo che l’amore abbia molto a che fare con formule, equazioni, calcoli, variabili.
Ma come è scritto all’inizio della mia biografia i numeri occupano gran parte delle mie giornate e troppo forte è stata la curiosità di vedere come negli anni scienziati e studiosi hanno cercato di associare la razionalità all’amore e formulato tesi per spiegarne contenuti e dinamiche attraverso la fisica e la matematica.

Di seguito riporto la sintesi di quanto ho trovato in rete suddividendo in due parti le otto teorie emerse dagli studi più accreditati.

 

1) Amore e matrimonio: Stable Marriage Problem

Sul tema delle relazioni d’amore i matematici americani David Gale e Lloyd Shape hanno elaborato, negli anni ’60, un algoritmo (a dire il vero un po’ avaro di numeri) per unire tra loro persone sentimentalmente compatibili ed evitare matrimoni tra potenziali adulteri (Stable marriage problem).

In sostanza ogni uomo chiede la mano della donna che lo attrae di più. Quest’ultima scarta le opzioni che non soddisfano le sue aspettative fino ad accettare la proposta di colui che ritiene essere il miglior partito. Gli uomini rifiutati, a questo punto, si ripropongono alla loro seconda scelta, e così via.

Al termine si dovrebbe raggiungere un equilibrio in cui ogni pretendente crea un legame con la partner che preferisce tra quelle disponibili a unirsi a lui.

Gli studi dei due matematici americani sono stati ripresi dal fisico Guido Caldarelli e dal ricercatore Andrea Capocci che hanno affinato l’algoritmo introducendo il parametro “bellezza”.

Le conclusioni sono state le medesime.
Il meccanismo permetterebbe di accontentare il maggior numero di persone, minimizzando il livello di scontentezza. La solidità di un rapporto sarebbe garantita dall’unione con un partner del proprio rango e livello.
Ah, la tesi troverebbe fondamento anche in caso di inversione dei ruoli tra uomini e donne.

Personalmente trovo l’algoritmo un po’ misero, non lontano dalla legge dei grandi numeri. Non ho dati a disposizione per valutare il tempo impiegato dagli studiosi per definirlo… 😉

 

2) Amore e sguardi

Zick Rubin, docente di Psicologia di Harvard, si basa invece sugli sguardi per stimare le probabilità di sopravvivenza di un rapporto d’amore nel tempo.

Semplicemente, più è alto il numero di sguardi che la coppia si scambia, più alte sono le probabilità che la loro unione si dimostri duratura.

Anche qui non vedo l’applicazione di grandi modelli matematici, forse un pizzico di buon senso.

 

3) L’amore nell’era dell’informazione

Anche con riferimento all’amore c’è chi ha legato la formazione di un rapporto solido alla capacità di processare informazioni e di sfruttare i vari network in senso ampio per creare occasioni di conoscenza.

La soddisfazione in amore, come in altri campi, sarebbe un problema di informazioni: se si potesse raccogliere una grande mole di dati su possibili partner, affinità, gusti, esigenze, disponibilità, le probabilità di costruire un unione solida, soddisfacente e duratura sarebbero molto elevate.

Questo concetto si avvicina al modello di equilibrio perfetto tra domanda e offerta prospettato dagli economisti in un mercato caratterizzato da informazioni complete e distribuite.

In presenza di dati mancanti o imperfetti e di scarsa capacità di elaborazione, ogni individuo si limita a cercare il proprio partner in ambiti ristretti, in condizioni subottimali, mentre in caso contrario le possibilità di incontrare al meglio le aspettative si moltiplicano e aumenta la qualità delle conoscenze.

In poche parole, minore è la disponibilità di informazioni e più ci si accontenta, massima informazione invece equivale a massima soddisfazione.

È un po’ quello che fa Amazon con i suoi prodotti. Immettendo un gran numero di informazioni in rete permette ai propri clienti di trovare più facilmente ciò che fa al caso loro.

Alcuni studiosi sono addirittura arrivati ad avanzare l’ipotesi che migliorare i modelli di rappresentazione di gusti, esigenze, affinità delle persone e aumentare la potenza di elaborazione dei computer renderà ogni angolo del pianeta più a portata di mano e il mondo un luogo più felice
Chi vivrà, vedrà!

 

4) La formula per testare se è vero amore.

Secondo Donn Byrne, psicologo sociale alla State University di New York, il livello di amore sarebbe misurabile da questa formula:

1,7xA + 1,5xB + 1,5xC + 1,5xD + 1,3xE = Y

con
A = attrazione per il partner
B = piacere psicologico/emozionale derivante dallo stare insieme
C = desiderio di intimità
D = bisogno di approvazione e di essere accettati
E = paura di essere abbandonati

A ogni variabile si deve attribuire una valore, da 1 a 10, e il risultato che si ottiene esprime il livello di amore che intercorre tra le due persone.

Si precisa che:

  • il risultato va confrontato con quello dell’amicizia più cara e il differenziale deve essere maggiorie di 15 perché il rapporto sentimentale si possa considerare sufficientemente solido,
  • è possibile applicare la formula non solo relazioni d’amore, ma anche a legami di amicizia,
  • può essere utilizzata per raffronti e comparazioni tra diverse unioni e per una stessa unione nel tempo (analisi di tendenza)

Da notare che:

  • l’attrazione per il partner (A) ha il peso maggiore mentre la paura di essere abbandonati (E) ha quello minore,
  • non si tiene in considerazione che le diverse variabili potrebbero avere un peso diverso in fasi della vita differenti dal punto di vista dell’età e delle condizioni psicologiche e emozionali.

Per ora mi fermo qui.
Cosa ne pensi di queste prime 4 tesi? Interessanti? Curiose? Bizzarre?
Gli altri 4 contributi sulle formule dell’amore saranno oggetto di un prossimo post che pubblicherò a breve.

Ciao, a presto!
Roberto

Se c’è un’emozione che desideri provare, ti auguro di poterlo fare quanto prima.