Ecco la seconda parte in cui affrontiamo il tema dell’amore descritto dagli studiosi con formule, equazioni, calcoli e variabili.
Dopo i primi 4 contributi del post precedente, ne aggiungiamo ora altrettanti a completare il quadro delle teorie più accreditate.
5) Segnali d’amore
John Gottman, professore emerito di Psicologia alla University di Washington, ha dedicato anni allo studio della coppia e ai segnali che manifestano la solidità di una relazione. Alla fine è giunto a ricondurre tutto a due formule:
S/G>5
100-N>90
con
S = segnali d’affetto
G = segnali di risentimento e offesa
N = numero di commenti negativi verso il partner
Tra i segnali di affetto abbiamo carezze, baci, sguardi dolci, di complicità e di intesa, coccole, gesti di intimità, ecc. Tra quelli di risentimento e offesa ci sono litigi, grida, commenti negativi, battute acide, ecc.
In base alla prima formula un rapporto d’amore è forte se i segnali di affetto sono almeno 5 volte quelli di risentimento e offesa.
In base alla seconda formula, su 100 commenti rivolti al partner, al massimo 10 devono essere quelli negativi.
Solo così l’amore potrà dimostrarsi duraturo nel tempo.
6) L’amore ai tempi delle equazioni differenziali
Se considerassimo due amanti come due pianeti? Se al di là della situazione contingente considerassimo l’evoluzione del loro rapporto nel tempo?
Sergio Rinaldi, docente di Teoria dei Sistemi al Politecnico di Milano, ha sintetizzato l’amore e l’andamento di una relazione sentimentale con un’equazione differenziale simile a quelle utilizzate per spiegare il moto dei pianeti.
A(t) = A(t-1) – D + R + F
L’amore A che si prova al tempo (t) è l’amore A che si provava in un punto temporale antecedente (t-1) (es. giorno precedente) a cui si sottrae un fattore dimenticanza D e a cui si aggiunge un fattore rinforzo R e uno di fascino F.
Per dimenticanza D si intende la sostituzione del tempo dedicato al partner con quello dedicato a se stessi o ad altri interessi. Il rinforzo R riguarda l’amore che il partner ha per noi. Il fascino F è l’attrattiva che esercita il partner su di noi.
Da notare che anche D, R e F sono a loro volta delle equazioni differenziali.
Lo studioso ha provato anche a definire l’andamento di un rapporto d’amore a tre ricorrendo alla matematica del caos. L’ipotesi è che i sentimenti provati da un partner abbiano un andamento oscillante come un’onda nei confronti degli altri due.
Come dire che l’amore è comunque qualcosa di complicato…
7) La formula d’amore più bella del mondo
Viene definita la “formula più bella del mondo”. È quella del matematico inglese Paul Dirac che la definì nel 1928, all’età di 25 anni (forse innamorato di una studentessa? Chissà…)
(∂+m)ψ=0
Lo studioso afferma che quando due sistemi vengono in contatto e interagiscono fra loro per un certo arco temporale, anche se poi si separano continuano ad influenzarsi reciprocamente al di là delle distanze fisiche e/o temporali.
In una visione romantica e sentimentale possiamo pensare che sia quello che accade a due persone che si incontrano, si innamorano, si frequentano e che continuano in qualche modo, in qualche forma, a rimanere legate, ad avere qualcosa l’una dell’altro, anche se il destino o più semplicemente le vicende umane le portano a percorrere strade diverse.
Contributi successivi hanno confutato la tesi di Dirac.
Qualcuno sostiene che la formula corretta sia invece questa:
(i∂ – m)ψ = 0
E che sia applicabile solo a sistemi microscopici, come le particelle, e per di più a velocità vicine a quella della luce, quindi non agli esseri umani e alle relazioni d’amore.
Devo dire che, formula o non formula, ritengo sensato, e supportato da tanti casi concreti, pensare che una storia d’amore vissuta da due persone abbia comunque effetti sulla loro vita, sulla loro evoluzione, sulle loro scelte. Come penso rimanga qualcosa dell’altro, dentro, di quella storia, di quel rapporto, di quell’amore, nel tempo indelebile, incancellabile… Nel bene o nel male… Almeno nei ricordi.
8) L’amore intelligente
Chiudo questa carrellata di studi con una teoria recente sulle relazioni in riferimento all’intelligenza.
Alcune ricerche porterebbero a pensare che lo sviluppo del cervello umano e delle sue capacità riscontrato negli ultimi tre milioni di anni troverebbe fondamento nella selezione sessuale esercitata dalle rappresentanti del genere femminile.
Queste avrebbero costruito legami sentimentali e riproduttivi orientandosi verso i maschi più intelligenti. Secondo l’American Psychological Association le esigenze in termini di quoziente intellettivo delle donne sarebbero molto più elevate di quelle degli uomini. Anche nei rapporti di una notte soltanto. Le donne scarterebbero il 40% dei possibili partner, gli uomini invece solo il 25%.
Aggiungo infine un contributo suggerito dal mio amico Mauro Z. e tratto dal film Beautiful mind.
“Ho sempre creduto nei numeri. Nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento. Dopo una vita vissuta in questi studi, io mi chiedo: cos’è veramente la logica? Chi decide la ragione? La mia ricerca mi ha spinto attraverso la fisica e la metafisica, mi ha illuso e mi ha riportato indietro. Ed ho fatto la più importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore chi si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni…”
Bene! Hai trovato anche questi teorie interessanti? Ti hanno incuriosito? Cosa ne pensi? Io rimango comunque dell’opinione espressa all’inizio della Prima Parte: non credo che l’amore abbia molto a che fare con formule, equazioni, calcoli e variabili.
Nei prossimi post parleremo di… baci… tanti baci…
Quindi, stay tuned!
Ciao, a presto!
Roberto
Se c’è un’emozione che desideri provare, ti auguro di poterlo fare quanto prima.