Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui hai guardato il tramonto?
Dico guardato e non visto, perché il più delle volte, quando gli riserviamo uno sguardo, si tratta di un’occhiata, spesso solo superficiale, seguita da un pensiero veloce che si ferma un istante sulla bellezza effimera dei colori per poi svanire di nuovo nella nostra quotidianità.
Quante volte lo hai guardato veramente?
Quante volte hai indugiato sulle sfumature, sul lento cambiare delle tonalità di azzurro, arancione, rosso?
Il tramonto, lo so, ha una sua ambiguità. È un momento particolare che può generare malinconia, tristezza, nostalgia, soprattutto nelle persone dotate di maggior sensibilità, in chi sta vivendo un amore tormentato, chi ha perso una persona cara, chi vive un periodo in qualche modo difficile.
Ma può anche incantare, stupire, riempire di gioia, stuzzicare il nostro lato più romantico.
È metafora di qualcosa che finisce, ma anche di cambiamento, di rinascita, il passaggio a qualcosa di nuovo.
Nel tramonto vedo un momento per fermarmi, per smettere di correre, una sosta per il corpo, ma anche per la mente, l’anima, i pensieri.
La luce che sfuma e il giorno che finisce annunciano che è arrivato il tempo per dedicarsi un po’ a se stessi, al riposo, a recuperare le energie.
È un’occasione per assorbire la calma dei colori nel lento calare del sole, fare pace con se stessi, trovare un tenero spazio di quiete.
E a volte diviene anche un momento di consapevolezza, una parentesi in cui rendersi conto che nel mondo qualcosa di bello, nonostante tutto, c’è. È sentire l’abbraccio del cielo, la sua avvolgente tranquillità, nell’attesa che anche l’ultimo pezzettino di sole scompaia. Notare infine che ciò che pensavi fosse la fase terminale del crepuscolo, una sorta di fine, di conclusione, invece non lo è: i colori da quell’istante diventano più saturi, caldi, potenti.
E ti immergi ancora di più in quello spettacolo che ha in sé qualcosa di asincrono, fuori dal tempo, in quella luce che ha viaggiato nello spazio per otto minuti prima di arrivare ai tuoi occhi e dipingere insieme all’aria un quadro unico e mai uguale.
Ed è allora che puoi arrivare a sentirti parte di un tutto, di qualcosa di più grande, spettatore sì, ma anche parte ciò che stai guardando, parte dello spettacolo che stai ammirando. Arrivi a comprendere che guardare il tramonto può essere un viaggio dentro te stesso, un modo per creare un ponte tra te e l’infinito.
E torno all’inizio.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui lo abbiamo guardato?
E quante volte lo abbiamo guardato veramente?
Pensiamoci. Forse è passato tanto tempo, forse troppo…
Allora, che ne dici? Ci vediamo al prossimo tramonto?
Ciao, a presto!
Roberto
Se c’è un’emozione che desideri provare, ti auguro di poterlo fare quanto prima.
