Le emozioni sono l’elemento fondamentale alla base dei ricordi.
Sono loro che ci dicono che esistiamo, che siamo vivi, che abbiamo vissuto.

Ma quanto ricordiamo dell’ultimo anno?

365 giorni che, stimando 8 ore medie di sonno, equivalgono a 5.840 ore di vita allo stato di veglia. 350.400 minuti. Quanto di questo tempo ricordiamo? Pensiamoci bene… In proporzione, direi poco.
La maggior parte della vita è passata senza lasciare segni nella memoria, destinata all’oblio o a una parte recondita della nostra mente ignota alla coscienza.

Cosa ricordiamo? Flash, immagini, brevi fotogrammi, scene che si susseguono in salti temporali all’apparenza incoerenti, cartoline mentali, spezzoni di un film di cui siamo a volte protagonisti e a volte no. Il resto? Non c’è più…

Ma cosa hanno in comune quei ricordi che ci attraversano e che riusciamo ad afferrare?

Emozioni… In alcuni casi sensazioni positive, belle, energiche, in altri un po’ meno, anzi, negative, pesanti, che fanno male… Ma pur sempre, emozioni.
Sono loro che fissano dentro di noi momenti, eventi, pezzi di vita.
Il resto passa.

Facciamo un esempio. Quanto tempo nell’ultimo anno hai trascorso in auto, per andare al lavoro, per raggiungere amici o parenti, per fare acquisti? Quanti ricordi hai? La gran parte del tempo è trascorsa nella routine, nell’anonimia. Ma quella volta che dal marciapiede quel bambino ha lasciato la mano della madre e si è fiondato in strada e tu hai inchiodato aggrappandoti al volante e al pedale del freno… oh, sì, quella volta lì, sì che la ricordi!

Come ricordi quella perdita improvvisa, quell’addio, quell’inganno, quella lite, quel bacio inatteso e bellissimo, i colori accesi di quel tramonto mozzafiato, quella festa tra amici, quello sguardo sconosciuto e dolce, quel giorno di vacanza nel calore del sole, quella musica che è venuta da lontano e che ti ha riempito il cuore…

E se penso che una vita piena è fatta di tanti ricordi, allora una vita piena è fatta di tante emozioni. Da cercare, da godersi, quelle positive intendo, o da gestire, e mi riferisco soprattutto a quelle negative. Sono loro che fanno la nostra vita.
Tutti i momenti poveri di emozioni invece scivolano via, sbiadiscono, fino a perdersi.

L’ultima nota ha una valenza generale, ma la rivolgo in primis a me stesso: cerchiamo di arricchire le nostre giornate di belle emozioni e di maneggiare al meglio quelle negative, perché anche queste ci sono, ci sono state e ci saranno.

Cerchiamo di gustare i momenti che ci fanno stare bene, sorseggiarli, coltivarli, e accettare quelli più difficili, o almeno provarci, perché inevitabilmente parte della vita, l’altra faccia della medaglia.

Cerchiamo di far sì che entrambi i casi siano una possibilità di crescita, un’opportunità per diventare un po’ migliori, anche per tutti quei momenti che vivremo e di cui non ricorderemo nulla.